Joe è un libraio dell’East Village amante delle arti e riesce a riconoscere la tipologia di cliente solo con uno sguardo. Però, un giorno, entra in libreria la bellissima e misteriosa Beck. Non riesce subito ad inquadrarla perché sembra diversa e non compra la solita roba commerciale. Basta un sorriso per farlo innamorare e, con lo scontrino firmato della carta di credito in mano, per lui sarà facilissimo rintracciarla online perché lei è un tipo che ama mettersi in mostra. Il fascino e le contraddizioni di questa ragazza non faranno che attrarlo sempre di più finché Joe non deciderà che Beck deve essere soltanto sua e tutti gli altri rappresentano soltanto dei meri ostacoli al suo idillio.

Con You (Tu) Caroline Kepnes ha scritto un libro tutt’altro che politically correct. Per molti potrebbe risultare addirittura eccessivo. Si passa, infatti, dal feticismo al frequente uso di parole “scomode” e di un linguaggio volgare.

Il volume, scritto in prima persona dalla prospettiva del libraio e con uno stile simile al flusso di coscienza (reso bene dall’uso di frasi lunghe contenenti tante congiunzioni), guida il lettore nell’oscura mente malata di uno stalker che non si riconosce mai come tale, sempre sospettoso a causa di una profonda insicurezza di base, spesso in preda a sbalzi di umore ma che si impegna a concedere alla sua vittima i “propri spazi”.

Il protagonista, nonché narratore, convince in pieno ed ha una duplice faccia. Il Joe che racconta la storia è diretto, intollerante, polemico e maledettamente vero perché motiva tutte le scelte assurde ed estreme che prende tanto da farle sembrare addirittura normali. Mentre il Joe che agisce appare sin da subito eccessivamente accomodante con tutti per paura di “non piacere”, di conseguenza non fa che restituire al mondo una versione artefatta e falsa della sua personalità.

Sogna un amore da film e si identifica con Elliot del film “Hannah e le sue sorelle” di Woody Allen, che cerca spesso di imitare, rendendolo di fatto il sostituto posticcio della figura paterna che gli è sempre mancata. L’ossessione che ha per quel film è forte quanto quella per Beck e per la sua sensibilità artistica, cosa che lo porterà sempre a negare l’evidenza, ovvero non prendere atto di quanto la ragazza sia volubile, egoista, pigra ed inetta, e quindi tutt’altro che perfetta.

Pagina dopo pagina il lettore è affascinato e non viene mai portato a giudicare Joe bensì si immedesima in lui talmente tanto che in alcuni tratti l’opera può far emergere riflessioni sui propri lati oscuri.

<<Non odia me. Odia sé stesso. Se la gente sapesse gestire il disprezzo di sé, il servizio clienti filerebbe molto più liscio>>  (Joe)

Oltre la pellicola su menzionata, nel libro vengono citati davvero tanti autori, film, romanzi ed album ed è piacevole, durante la lettura, trovare bei riferimenti, come, per esempio, la citazione da “Le Ore” di Michael Cunningham: <<La felicità è credere che si sarà felici. È speranza>>. Questi rimandi si incastrano abilmente e impreziosiscono la storia conferendogli veridicità ma, come ha dichiarato l’autrice nei ringraziamenti, rappresentano soprattutto dei veri e propri tributi ad artisti ed opere che lei ama.

Un grande pregio di You è di non cadere nel finto buonismo come, purtroppo, a volte accade quando si trattano determinate tematiche. Va sottolineato che il romanzo non ha la pretesa di insegnare nulla sul terribile reato di stalking. Fortunatamente qui ci si limita a raccontare una storia, senza sottolineare inutilmente una morale o pronunciare sentenze, ma facendo in modo che siano solo gli eventi descritti e le emozioni a lasciare un segno profondo nel lettore.

Veramente consigliato.

*8½*